1° giorno Addis Abeba Kombolcha 375 km do
Arrivo ePartenza nella prima mattinata per Kombolcha. E’ la strada degli altopiani. Una bella strada. Segue il tracciato costruito dagli italiani ottanta anni fa. Si attraversano le regioni degli Oromo. Si attraversa il Wollo. I villaggi sono Amhara e Oromo. Paesaggi grandiosi di campi di teff, il cereale dell’Etiopia. Si sale fino a tremila metri. Panorami grandiosi verso la Rift Valley. Ci sarà tempo per il mercato domenicale di Sembete, luogo d’incontro di afar e di gente dell’altopiano. Arrivo a Kombolcha, città-snodo delle grandi strade del Nord dell’Etiopia, in serata. Pernottamento in hotel.
2° giorno Kombolcha Bati ( 30 km) lu Afdera 492 km
Ancora verso Nord. Lasceremo gli altopiani per scendere nella Rift Valley, verso le solitudini della Dancalia. E’ la regione degli afar, il popolo ribelle, la gente dei deserti di fuoco e sale estesi fra l’Etiopia, l’Eritrea e Gibuti. Gli Afar sono pastori nomadi, allevatori di capre e dromedari. Nel Nord della Dancalia cavano sale dal fondale di un antico mare. Ma prima di raggiungere la Dancalia vi sarà una mattina da passare al grande mercato settimanale di Bati, il più affollato fra i luoghi di incontro fra i pastori afar e i contadini oromo. Bati non è un semplici mercato: è uno spettacolo grandioso dell’umanità .
Il viaggio prosegue verso il lago Afrera (-112 metri s.l.m.), situato nel cuore della depressione dancala. Il deserto della Dancalia si estende nel punto d’incontro di tre zolle tettoniche: quella del Mar Rosso,quella dell’Oceano Indiano e quella della Grande Rift Valley. I movimenti tettonici che si verificano in questa regione stanno allontanando il continente africano dalla penisola arabica di qualche centimetro all’anno producendo una spaccatura, lungo la Rift Valley, che procede a una velocità di qualche millimetro l’anno: gli esperti prevedono che entro un secolo la depressione dancala sarà invasa dal mare, ricostituendo una situazione già in essere milioni di anni fa.. Arrivo al lago Afrera in serata e sistemazione al campo.
3° giorno Lago Afrera – Erta Ale 105 km 4 hs trekking ma
In mattinata si sosterà lungo le sponde del lago Afrer (noto anche come lago Giulietti), dal quale viene estratto il sale: l’acqua viene pompata in vasti bacini per evaporare; al termine di questo procedimento naturale, il residuo che si è depositato è un sale bianco molto apprezzato in quanto è il migliore tra quelli che vengono estratti nella Dancalia (milioni di anni fa tutta la depressione dancala era un mare che nel tempo è evaporato lasciando grandi depositi salini). Dopo Afrera la pista si snoda tra sabbia e lava in direzione del vulcano Erta Ale o “monte che fuma”, ultimo di una catena di vulcani che occupano la parte centrale della depressione Dancala. Questo vulcano è oggetto di notevole interesse da parte dei vulcanologi in quanto è uno dei pochi al mondo ad avere una caldera di lava a cielo aperto. Lungo il percorso si attraverseranno alcuni villaggi Afar fino ad arrivare alla base del trekking. Nel pomeriggio, quando il sole inizierà a calare rendendo l’ambiente meno caldo, si comincerà la salita su un sentiero tracciato nella lava fino alla cima della caldera, superando un dislivello di soli 500 metri, che tuttavia richiedono circa 3/ 4 ore. Si arriverà sulla cima quando sarà già buio e si potrà assistere all’entusiasmante spettacolo della lava ribollente. Pernottamento al campo
4° giorno Erta Ale –Ahmed Ela 110 km 4/5 hs me
L’Erta Ale è una catena di vulcani posta nel Triangolo di Afar che si estende dalla pianura di sale, a nord, fino al lago Afrera, a sud; mentre a est è delimitata dalla scarpata dell’altopiano etiope e a ovest dalla scarpata della Dancalia. Dopo aver visto sorgere il sole si inizierà la discesa dal vulcano. Si riprende il viaggio attraverso un territorio dove la presenza dell’uomo è praticamente inesistente. Arrivo in serata al villaggio di Ahmed Ela il pozzo di Amed. Campo
5° giorno Ahmed Ela Assobole 30 km gi
Nel corso della giornata si raggiunge la quota più bassa della depressione dancala: – 116 metri dal livello del mare. Partenza di buon mattino per la collina di Dallol o “collina degli spiriti” dove si giunge in circa mezz’ora di trekking. Questa zona è conosciuta per le sue curiose formazioni geologiche e presenta sorgenti calde acide, accumuli di zolfo, piccoli geyser, coni di sale nonché vasche di acidi delimitate da bordi di cristalli; il tutto su un fondo bianco, giallo, verde o rosso ocra, colori dovuti dalla presenza di zolfo, ossidi di ferro e altri vari minerali. Rientro ad Ahmed Ela; nel pomeriggio esplorazione del piccolo monte di sali di magnesio di Assa Ale; noto anche come “monte rosso” (il suo nome deriva da due spuntoni di solfato di magnesio resi rossi dall’ossidazione) e del lago Karoum Dopo pranzo In mezzo alla Piana, centinaia e centinaia di uomini stanno tagliando la crosta salina a colpi di accetta, altri cercano di sollevare lastre immense. Gli intagliatori, a piccoli colpi, danno forma ai blocchi. I carovanieri aspettano al sole. Caricano gli animali solo quando sono certi di ripartire. I cammelli sostano attorno all’immensa cava. Al riparo di muretti di sale, qualcuno ha aperto una rivendita di tè: è l’unico momento di sosta che questa umanità si concede.
Passeremo del tempo nell’aerea della cava, affollata di uomini e dromedari.
Nel pomeriggio, appena il sole comincia a calare, breve trasferimento: si lascia Ahmed Ela per raggiungere Asso Bole, villaggio afar all’ingresso del canyon del fiume Saba. Asso Bole è uno dei luoghi di sosta delle carovane nel lungo viaggio di ritorno verso l’altopiano. Qui vi è sempre acqua, uomini e dromedari bevono, riempiono le otri di pelle di capra, si lavano. Molti passano la notte al riparo delle pareti del canyon.
6° giorno ve Assobole Melabiday trekking 6 ore in piano
Prima dell’alba, le carovane sono già in cammino. Hanno cominciato la risalita dell’altopiano.
I nostri tempi sono più lenti ma, di buon mattino, è tempo anche per noi di rimettersi in marcia per risalire l’altopiano. Lento trekking nel canyon del fiume Saba. Guaderemo più volte le acque di questo fiume. A volte il canyon si restringe, altre volte si allarga. Incroceremo carovane in discesa, seguiremo il cammino di carovane che risalgono il fiume. Il canyon è stato scavato dalla forza delle acque. E’ un cammino di circa sei/sette ore. Faremo sosta a Forto, antico luogo di guardia degli italiani e, poi, dei gendarmi frontalieri di Hailé Selassiè.
Alla fine il canyon si allarga: siamo arrivati alla piana di Maklalla, incrocio di fiumi che scendono dall’altopiano. Nella stagione secca il loro corso è in secca. Vi sono alcune capanne di pastori afar. Si sale ancora, ma siamo quasi arrivati al villaggio di Melabday,‘il luogo dove il miele è vicino’. Qui si trova un buon pozzo ricco d’acqua. E’ il villaggio che abbiamo scelto per la sosta notturna.
Le macchine ci hanno preceduto. Il campo è già montato.
7° giorno sa Melabiday Gheralta 226 km
Ancora un breve cammino. Una pista quasi in piano. Una passeggiata fra il villaggio di Melabdy e le capanne di Kora. Il paesaggio è una savana arida. A Kora è tempo di risalire in macchina per raggiungere il grande villaggio di Berhale. Oramai è quasi una città, il capoluogo del Nord della Dancalia. Qui arrivano i camion dei commerciati del sale. Solitamente è un via vai di carovane: Berhale è un luogo di scambi e commerci. Vi faremo una breve sosta prima di arrampicarci sulle pendici dell’altopiano. La pista è una brusca salita per raggiungere i duemila metri della sponda del più grande altopiano africano. Dopo alcune ore di viaggio, ci ritroveremo ad Agula, lungo la strada asfaltata che collega Makallè ad Adigrat. Abbiamo lasciato la regione Afar e ora ci troviamo in Tigray.
Andiamo ancora verso Nord, verso uno dei cuori sacri del Tigry: l’amba di Gheralta, un gruppo di montagne dove si trovano alcune delle chiese rupestri più importanti dell’Etiopia. Si raggiunge il villaggio di Hawzien e il Gheralta Lodge, uno dei luoghi di ospitalità più belli del paese.
08° giorno do Gheralta
Il Gheralta Lodge è base di partenza perfetta per visitare alcune delle più belle chiese rupestri del Tigray. Gheralta è un’amba orgogliosa: qui sono celati almeno un quarto dei grandi monumenti di pietra della regione. Fra l’VIII e il XV secolo, un esercito di artisti, scalpellini, scavatori, architetti medioevali ha realizzato un reticolo di chiese aggrappate a montagne inaccessibili. Gli storici e i ricercatori hanno censito, affascinati, oltre 150 chiese rupestri. Sono scavate nella roccia dell’amba Gheralta, dell’amba Bianca, delle regioni del Tembien e dell’Agamè.
Cercheremo di alternare viaggi verso alcune di queste basiliche alla tranquillità del lodge. Andremo a passeggiare anche per le strade di Hawzien, grande villaggio tigrino.
09 giorno lu Gheralta Makalle ME Addis Abeba 120 km
volo day use cena e trs aeroporto
La quota include : vetture 4×4 con autista e carburante, hotel, pasti con acqua minerale o bibita non alcolica, extra macchina per lo staff, tende e materiale da campeggio, cuoco, guida parlante italiano, permessi , scaut e guide afar, scorta armata, dromedari sull’Erta Ale e fiume Saba, ingressi nelle chiese.
La quota non include: mance, volo interno, bevande, assicurazione personale